L’Istat rende disponibili i principali risultati della rilevazione sulla produzione e distribuzione dei mangimi completi e complementari in Italia, con riferimento all’anno 2004. La rilevazione è condotta presso tutte le imprese mangimistiche che operano con il proprio marchio o con marchi esteri nella produzione e distribuzione dei mangimi, nonché presso gli allevamenti produttori in proprio di alimenti zootecnici.
Il 74,7 % degli alimenti complementari complessivamente...
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Le sfide della mangimistica sono sempre più legate alla specializzazione e alla personalizzazione dei prodotti. Il biologico in zootecnia è in forte sviluppo, il mercato zootecnico tradizionale sta virando verso le produzioni biologiche anche per via dei contributi sempre più indirizzati verso il benessere animale e il biologico. Non è scontato e semplice produrre biologico. Le accortezze da prestare sono maggiori rispetto al mercato tradizionale anche nel reperimento di materie prime certificate e in regola con gli stringenti disciplinari di produzione.
Fare “RETE” è, a mio avviso, l’unica opportunità di sviluppo. Sarebbe necessario un maggior collegamento tra infrastrutture, produttori e consumatori finali; la grande potenzialità della Capitale potrebbe fare da traino a numerose eccellenze inespresse. L’Ente Pubblico ha il dovere di promuovere ed incentivare le risorse locali per dare nuovi stimoli ad un settore che senza interventi strutturali rischia una rapida e permanente involuzione.
La maggiore voce di spesa per la produzione del latte è l’alimentazione per l’acquisto dei concentrati (mangimi) e a volte dei foraggi. Una sinergia tra gli allevatori potrebbe attivare “centrali d’acquisto” per i concentrati e i foraggi al fine di migliorare la qualità di ciò che viene acquistato è il prezzo. L’ottimizzazione di questo centro di costo migliorerebbe decisamente la redditività e metterebbe in sicurezza gli allevatori meno efficienti, e quindi con un break even molto alto, dalla volatilità del prezzo del latte alla stalla.